Ciao, ci siamo: abbiamo fatto la prima ecografia.
E c’è un cuore. Un cuore vero, piccolissimo, che batte.
Anzi: corre. Come se sapesse che ha fretta di crescere.
Io, nel frattempo, provo a stargli dietro. Non tanto con le emozioni — anche se quelle ci sono, eccome — quanto con tutto il resto. Tipo:
“Abbiamo fatto tutto? Tutto-tutto?”
Spoiler: no.
Diario di un (quasi) babboh: settimana 7
La prima ecografia si fa tra la 6ª e l’8ª settimana. È quel momento che tutti ti raccontano con le lacrime agli occhi e il cuore in gola.
Io, invece, ci sono arrivato col cervello in pappa, dopo una bella mattinata a discutere con i colleghi.
Entriamo.
C’è la dottoressa. C’è (credo) il suo specializzando.
Mia moglie va dietro al paravento per spogliarsi.
Ora: posso fare una domanda seria?
Qualcuno ha capito a cosa serve cambiarsi dietro un paravento, se dopo due secondi sei a gambe aperte come in una lezione di anatomia?
Misteri della medicina.
Nel frattempo, io assumo la solita posizione da umarell in sala d’attesa emotiva: braccia dietro la schiena, sguardo coinvolto, sensazione di essere utile pari a una graffetta arrugginita.
Poi si inizia.
Preghi che la dottoressa sia in giornata.
E che i movimenti impacciati dello specializzando non abbiano nulla a che fare con quello che deve fare e dirci.
Io ho la stessa espressione tonta di un labrador innamorato del suo padrone. Non sbavo, ma fisso e fremo.
Lui lo percepisce, senza nemmeno guardarmi.
Mi chiama con lo stesso entusiasmo di un allenatore costretto a mettere in campo la sua peggior riserva:
“Venga qui vicino.”
Indica. Ci parla. Io annuisco.
Non capisco.
O forse devo solo metabolizzare.
Poi vedo.
Vedo—vedo.
Novello Neo, guardo il mondo come chi inizia a vedere oltre le righe di codice, tipo Matrix.
Vedo un cuore.
“Non si può sentire, è ancora presto,” dice.
Io vorrei rispondere che invece lo sto sentendo, eccome.
Guardo lo schermo.
Batte.
Guardo mia moglie.
Lui continua a muovere l’ecografo dentro di lei come se stesse mescolando un risotto.
Guardo lo schermo.
Batte.
Guardo ancora lei.
Sono ancora un labrador. Le parlo con gli occhi.
“Hey! Hey! Hey! Quello è il cuoricino di nostro figlio!”
Il cuore sul monitor batte, tra i 110 e i 170 bpm.
Un rave.
Il mio, intanto, è appena sceso in pista anche lui.
Torniamo a casa, digeriamo la sbronza emotiva.
E poi… l’altra faccia della felicità.
Spunta all’improvviso e rimane, tipo Paolini dietro l’inviato del TG: l’ansia.
Hai paura che tutto possa cambiare. Di nuovo.
Succede anche a chi affronta una gravidanza “lineare”.
Succede a chi, magari, ne ha già persa una.
Succede — soprattutto — a chi, come noi, ha vissuto per mesi in quel loop emotivo chiamato PMA, dove non sai mai se è l’inizio, la fine, o solo un altro giro di ormoni e beta (ci torneremo, promesso).
In quel loop, finisci per rimandare il resto.
Tipo… l’assicurazione sanitaria.
Un plot twist da babbi veri.
No, non l’abbiamo fatta.
Sì, lo so. “Ma come? Dopo mesi di esami, visite, ormoni, ansie… non vi è venuto in mente?”
Sì.
Ma la scaramanzia...
Abbiamo fatto quattro cicli di PMA, ma l’idea di prepararci al fatto che potesse andare bene… ci sembrava troppo.
E invece si dovrebbe. Si dovrebbe fare il prima possibile.
Perché?
Perché le assicurazioni non amano pagare. E si coprono.
Le polizze sanitarie private (quelle serie, non le base aziendali) prevedono un periodo di carenza: un tempo minimo tra la firma e l’evento da coprire (parto, ricovero, complicazioni).
➡️ Per la gravidanza, la carenza è spesso di 9 o 12 mesi
➡️ Se la fai dopo il test positivo… inutile
➡️ Alcune non coprono nulla se sei già in attesa
➡️ Altre offrono integrazioni, ma costano un occhio e coprono poco
Quindi, se sei all’inizio del percorso — o anche solo ci stai pensando — falla.
È obbligatoria? No.
Fondamentale? Dipende.
Ma potrebbe essere utile.
Dipende dalle tue esigenze, dal sistema sanitario della tua regione, dal tipo di percorso che vuoi (pubblico o privato). Sicuramente vale la pena informasi.
Lezione della settimana?
Ripetiamo insieme:
La scaramanzia è una cosa relativa.
I costi di una gravidanza, invece, no.
E tu che ne pensi?
Hai valutato di fare un’assicurazione? L’hai fatta? Quale hai scelto?
Fammelo sapere nei commenti — sono curioso davvero.
A presto!
Super interessante, ma da dove vai a farla? In che modo? So che è una domanda stupida ma non so da dove partire per cercare, Grazie!